Artisti

Melancolia I

Bulino originale mm 239 x 185

Bulino originale, monogrammato e datato in lastra; Meder 75 II/II a/f; mm 239 x 185

Superba prova nella prima variante del secondo stato: dopo la correzione dei due numeri nella tavola a destra della figura. Del primo stato esiste una manciata di prove tutte - eccetto una - conservate in musei ed istituzioni.  

Il viso della donna è scuro come descrive Meder per le prove della prima variante. Altresì non sono presenti i graffi -sul vestito in prossimità del ginocchio e sui chiodi nel primo piano- tipici delle varianti successive alla seconda. 

L’effetto argenteo -silverly- descritto da Meder per le prove più antiche e pregiate di questo soggetto qui è molto efficace e non diminuisce il grande contrasto che conferisce un aspetto particolarmente scultoreo.

Estremamente nitida, completa e in perfetto stato di conservazione. Rara di questa qualità e stato di conservazione.

Al verso la firma a penna di Pierre Mariette, di cui le lettere "rie" poco leggibili, e la data 1666. La stampa proviene quindi da una delle raccolte più desiderabili e prestigiose della storia dell’arte della grafica e del suo mercato. Costituita dal padre Pierre Mariette I che ha dato vita a quattro generazioni di mercanti e collezionisti appassionati e profondi conoscitori di stampe. Pierre Mariette I fonda la sua prima galleria a Parigi nel 1633 in rue St. Jacques, con il motto Nec plus ultra, poi trasformato con Haec meta laborum. Oltre ad una delle più raffinate selezioni mai raccolte nella storia della grafica i Mariette sono stati anche artefici di numerosissime e significative pubblicazioni. (Lugt 1788) 

La Melancolia I venne eseguita da Albrecht Dürer per l’imperatore Massimiliano, considerato “timoroso di Saturno”; l’opera avrebbe dovuto aiutarlo spiegare la depressione e la malinconia di cui soffriva. Incisa nel periodo magico del Maestro, a cavallo del 1514, con Il Cavaliere, la Morte ed Diavolo e il San Gerolamo nella Cella, costituisce un trittico che affronta le sue riflessioni sulla concezione filosofica dell’arte, della cultura e della religione

Il bulino è la più complessa incisione mai realizzata da un artista, nonché opera fra le più studiate della storia dell’umanità. Fra questi l’accreditato e avvincente approfondimento di Erwin Panofsky che correda la sua ricerca con le più acute e colte annotazioni sul significato dei vari simboli presenti sul foglio. Egli dimostra che anche con le indagini più avanzate e ardite e disponendo di molte notizie storiche la spiegazione che si ottiene non colma la qualità artistica e la suprema e ispirata tensione della tavola. 

Il significato del titolo è unanimemente riferibile alle dottrine dei Neoplatonici italiani e tedeschi che identificavano nell’umore melanconico il temperamento saturnino e quest’ultimo veniva attribuito come proprio del talento artistico. Dürer conosceva queste ricerche e sappiamo le condivideva, quindi pare evidente che il soggetto sia un’allegoria della vita e della ispirazione artistica. Sembra anche probabile che abbia voluto rappresentare con la figura triste e sola il sentimento di solitudine e tristezza dell’artista che ha scoperto che tanti anni di studio all’inseguimento della bellezza pura sono resi inutili e vengono superati dalla nuova estetica protoromantica dell’artista ispirato, che non lavora più nella scienza ma guarda direttamente alla luce divina [la cometa che fa risplendere il cielo del suo chiarore] che lo ispira e, come un miracolo, gli trasmette la grandezza.